Intervista a Beatrice, Campionessa d’Europa U19F in quattro di coppia

A sinistra Bea è la sua medaglia, in alto a destra Bea (capovoga) in gara e in basso a destra Bea e la Squadra SCL

Intervista a Beatrice Ravini Perelli, atleta SCL, capovoga del quattro di coppia Campione d’Europa categoria U19 sulle acque di “Brive La Gaillarde” in Francia.

Cara Bea innanzitutto ancora tanti complimenti per l’oro europeo. Allora iniziamo l’intervista, come ti sei avvicinata al canottaggio ? Hai fatto altri sport?
“Ho sempre fatto molti sport e i miei genitori mi hanno permesso di provare ogni cosa che mi interessava e in cui erano presenti i miei amici. Quasi ogni volta seguivo mio fratello in ogni attività e così è accaduto per il canottaggio”.
Come mai sei arrivata a Locarno, visto che abiti a Cannobio (Italia)? Sappiamo che ti alleni soprattutto qui a Locarno, come ti trovi qui in SCL?
“Sono arrivata alla SCL verso la fine del 2020 perché il mio allenatore Roberto Cavalli ha iniziato a lavorare qui. Mi sono trovata bene fin da subito, grazie alla presenza di molti ragazzi della mia età con cui ho legato in poco tempo. Devo ringraziare anche loro e forse soprattutto loro per tutti gli allenamenti fatti insieme, perché credo che sudare in compagnia abbia aiutato a migliorarmi.”

Sappiamo che in Svizzera corri per la SCL e in Italia per la Cerea (Torino), tutto ciò ti crea qualche problema?
“Si, gareggio in entrambe le nazioni e a me non crea nessun problema, forse a qualcuno si. Io mi diverto moltissimo nelle competizioni sia in Italia che in Svizzera.”

Quanti allenamenti alla settimana e quante ore?
“Mi alleno ogni giorno per circa 2/3 ore.”

A scuola sappiamo che vai bene, quindi devi studiare, come abbini la scuola e tanto allenamento?
“Si vado bene a scuola e penso che sia un dovere che venga prima di tutto. Riesco a organizzarmi, ma ogni giorno è una sfida, mi porto sempre un libro da studiare quando vengo ad allenamento in modo da leggere durante il viaggio.”

Ma rimane ancora del tempo per altro: svago, altri hobby,….?
“Si rimane del tempo da passare con gli amici o con la famiglia, anche perché qualche ora di svago è necessaria.”

Passiamo ora al tuo fantastico oro europeo: raccontaci come è stata? Tutto, dalle batterie alla finale?
“Beh allora ho notato che il mio Oro agli europei è una vittoria per tutti. Abbiamo provato il 4x per una settimana soltanto e il dubbio era se fosse bastato, ma il nostro spirito di adattamento era elevato. Massimo Casula, il CT della nazionale Italiana, ci ripeteva che per vincere ci vuole tecnica e forza, ma soprattutto fame e determinazione. Alle 11 di sabato 20 maggio avevamo la batteria e l’abbiamo vinta. L’obbiettivo di questa qualifica era conoscere gli avversari e capire il livello generale. Avevamo il secondo tempo, ma non contava molto, alcune barche avevano preferito non mettere tutta la forza e poi entrare in finale grazie ai recuperi (ma noi le abbiamo stracciate lo stesso!). La mattina della finale eravamo in piedi alle 6 al fine di fare un’ultima breve uscita. Verso le 14 avevamo la finale.
Pochi minuti prima di essere chiamate dal marshal le ragazze del 4- della romania tornano verso terra piangendo e gridando, erano state squalificate all’ultimo. In barca continuavamo a ripetere di restare concentrate e non farci condizionare, io sono empatica e mi sono sentita triste per loro. Comunque, aspettando questo ritardo, ha cominciato a piovigginare, facendoci ripensare alle gare a Piediluco. Quando poi ci hanno chiamato in campo gara il mio unico pensiero era di mettercela tutta a ogni remata e non mollare mai nessun colpo. Il semaforo è diventato verde e siamo partite, come una furia. Eravamo tutte sulla stessa linea, con la Polonia, la Repubblica Ceca, la Romania e la Grecia. Mi sono detta che dovevo fare la mia gara e non guardare gli altri e concentrarmi solo sulla scorrevolezza della mia barca. Volevo guardare in giro e vedere come eravamo messe rispetto agli altri, ma sapevo che sarebbe stato rischioso: se avessimo perso il punta a punta sarebbe stato per quell’attimo di deconcentrazione che avrei avuto. Quindi ero decisa e mi accontentavo di vedere le avversarie con la coda dell’occhio. Circa a metà gara la Polonia era mezza barca avanti a noi ed eravamo sulla stessa linea con le ceche. Dovevamo tenerle e non farcele scappare. Così verso la fine, quando anche le rumene si stavano avvicinando troppo, abbiamo chiuso e tirato fino alla fine con ancora più forza. Giulia, la ragazza in terza voga, ha chiamato il finale e tutte insieme abbiamo messo quell’energia rimasta per accelerare la barca e superare tutte sulla chiusura. È stata una gara tiratissima fino all’ultimo e mi sono divertita un mondo, questo grazie soprattutto al mio equipaggio.”

Come si dorme la sera prima sapendo che il giorno dopo ci si “gioca” un Europeo?
“Allora la sera prima ero senza dubbio tesa, però non sono mai stata una che per una gara va in preda all’ansia. Ho dormito tranquillamente sapendo che il riposo è fondamentale, alla gara ci avrei potuto pensare il giorno dopo.”

Come ti sei trovata con le tue compagne di nazionale?
“Conoscevo tutte le ragazze già prima del raduno e con tutte ho legato e mi sono trovata bene. Ovviamente ho fatto amicizia soprattutto con le mie compagne di barca, ci aiutavamo e ci sostenevamo a vicenda per cui era inevitabile. Sono molto felice.”

Ultima domanda Bea, quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
“I miei prossimi obiettivi sono i campionati italiani e poi quelli svizzeri, vorrei fare un buon risultato. In ottica internazionale sto puntando ad entrare nella squadra azzurra per i mondiali in agosto.
Infine ringrazio TUTTI coloro che hanno speso energie per me. In primis la mia famiglia, il mio allenatore, i miei amici, le società Locarno e Cerea, grazie mille. È un sogno per tutti, ma che non deve finire qui.”

Mia cara Bea grazie mille dell’intervista, ci vediamo ai canottieri.

Forza SCL!

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